venerdì 17 maggio 2013

NELL'ABISSO SCORGO UNA LUCE...


Fino a quando,o Signore
Mi terrai in oblio?Per sempre?
 Fino a quando volgerò i pensieri nella mia anima,
tristezza nel mio cuore tutto il giorno?     

Comincia come una favola:”c’era nella regione di Uz…”il testo sapienziale che narra la storia di Giobbe.La storia senza tempo di un uomo che,sconvolto nella sua vita,negli affetti,si scontra con una nuova terribile e dura realtà,con se stesso,vivente arbitro e protagonista del dramma.
Tormentato dal dolore,fisico e spirituale,da un’ombra impalpabile di rimorso che non trova conferma o negazione,aggredito da una situazione cruda,quasi  alienante la facoltà stessa di pensare.solo,terribilmente solo,in un universo di angoscia,circondato da chi non comprende il suo  dramma,ha ancora la forza di cercare in sé e negli altri,i perché,le ragioni che giustifichino la caduta e tanta contingente miseria,disperazione.
Si volge ad ogni lato del mondo,agli Abissi,al Cielo,indignato,quasi blasfemo,offeso dal terribile peso esistenziale che deve sopportare,oppresso dal disfacimento corporeo,inquietato e tormentato dal Dubbio,dal pensiero della vanità della vita,i ricordi…
Eppure,pur nella sua titanica disperazione,nel buio più tremendo,nel vuoto più immenso,percepisce come un punto luminoso,faro interiore,energia,sostegno,guida e scudo:la propria coscienza che si erge,solida montagna su di una terra che frana,fino alle altezze di Dio.
E’ un qualcosa che il dubbio solo sfiora,non intacca,corrompe,una solida roccia che non si piega di fronte alla disgregante realtà materiale ed alla potenza autodistruttiva del pensiero umano indagatore.
Nello sfacelo corporeo,ai margini di quello mentale,sopravvive la limpidezza interiore,si esaltano le sue occulte virtù costitutive di fedeltà e giustizia.
La grandezza di Giobbe,innocente che è chiamato alla prova concessa solo ai Santi è proprio in questa sua tenace umanità che non si nutre di orgoglio e superbia ma di rigidezza morale,unita a una coraggiosa e lucida analisi interiore,una saggezza  non dottrinale ma spirituale,razionale ed intuitiva nello stesso momento.
Anche quando il precipitare della sua situazione,le parole dei Sapienti,colti ma vittime e carnefici di aridi schematismi,poveri di sensibilità e pietà,amici d’occasione e non di fatto,paiono voler spezzare,distruggere questa “scala”verso il cielo,in Giobbe interviene una nuova forza che non può essere la Grazia di Dio,compagna sempre e comunque dei giusti e degli innocenti.
E Giobbe,illuminato da questo splendente pegno del primitivo Amore,in un estremo grido di rabbia e disperazione,una voce che le umane prove e sofferenze hanno quasi soffocato,invoca,coraggiosamente,nella sua tremenda pena,Dio stesso,a giudice e testimone della sua condotta.
La sua solitudine d’incompreso lo porta al di là del corpo,dei pensieri,in quella  dimensione dove solo la Vera Fede,nel crollo e nella distruzione generale,rimane intatta e splendente.
Giobbe  è paragonabile ad una figura dantesca o michelangiolesca,corposa,statuaria,ma,interiormente eterea e luminosa,non vincolata alla terra dalla sua forma corporea.
Così,nel momento più drammatico,quello che ogni uomo vive,in solitudine,quando deve scegliere tra Dio ed il mondo,può ancora confidare nel suo Creatore,avendolo trovato nel profondo del Suo Essere.
Nella società attuale,dove ognuno di noi,a misura della sua sensibilità interiore ed esteriore,si confronta con una realtà che appare sempre più alienante ed ingiusta,la figura di Giobbe,i suoi esistenziali problemi,possono stimolarci ad essere più vigili ed attenti alla voce dell’”Uomo interiore” a rispettare e custodire il mondo naturale,libro aperto e voce di Dio per l’umanità.
E se la nostra inquietante condizione,i dubbi ed i “misteri” che ci tormentano ci rendono partecipi delle sofferenze di Giobbe essi hanno in fondo una funzione purificatrice perché ci consapevolizzano delle umane miserie,dell’antropologico e storico destino dell’uomo,fragile canna al vento,preda degli eventi e dell’ambiente,del luogo,del tempo e troppo spesso di se stesso,sospeso  in un precario equilibrio fra parvenza ed essenza,convenzione e ricerca della Verità.
Una attenta lettura o riflessione di questo testo sempre vivo,palpitante,attuale,ci induce all’abbandono della superficialità,alla ricerca del profondo,il Giusto,il Buono,il Vero e l’energia che ,pur con dolore,si acquista ci aiuta nella contemplazione e nell’impegno attivo e cristiano nella vita quotidiana.

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