Fino a quando,o Signore
Mi terrai in oblio?Per sempre?
Fino a quando volgerò i pensieri nella mia
anima,
tristezza nel mio cuore
tutto il giorno?
Comincia come una favola:”c’era nella
regione di Uz…”il testo sapienziale che narra la storia di Giobbe.La storia
senza tempo di un uomo che,sconvolto nella sua vita,negli affetti,si scontra
con una nuova terribile e dura realtà,con se stesso,vivente arbitro e
protagonista del dramma.
Tormentato dal dolore,fisico e
spirituale,da un’ombra impalpabile di rimorso che non trova conferma o
negazione,aggredito da una situazione cruda,quasi alienante la facoltà stessa di
pensare.solo,terribilmente solo,in un universo di angoscia,circondato da chi
non comprende il suo dramma,ha ancora la
forza di cercare in sé e negli altri,i perché,le ragioni che giustifichino la
caduta e tanta contingente miseria,disperazione.
Si volge ad ogni lato del mondo,agli
Abissi,al Cielo,indignato,quasi blasfemo,offeso dal terribile peso esistenziale
che deve sopportare,oppresso dal disfacimento corporeo,inquietato e tormentato
dal Dubbio,dal pensiero della vanità della vita,i ricordi…
Eppure,pur nella sua titanica
disperazione,nel buio più tremendo,nel vuoto più immenso,percepisce come un
punto luminoso,faro interiore,energia,sostegno,guida e scudo:la propria
coscienza che si erge,solida montagna su di una terra che frana,fino alle
altezze di Dio.
E’ un qualcosa che il dubbio solo
sfiora,non intacca,corrompe,una solida roccia che non si piega di fronte alla
disgregante realtà materiale ed alla potenza autodistruttiva del pensiero umano
indagatore.
Nello sfacelo corporeo,ai margini di
quello mentale,sopravvive la limpidezza interiore,si esaltano le sue occulte
virtù costitutive di fedeltà e giustizia.
La grandezza di Giobbe,innocente che
è chiamato alla prova concessa solo ai Santi è proprio in questa sua tenace
umanità che non si nutre di orgoglio e superbia ma di rigidezza morale,unita a
una coraggiosa e lucida analisi interiore,una saggezza non dottrinale ma spirituale,razionale ed
intuitiva nello stesso momento.
Anche quando il precipitare della sua
situazione,le parole dei Sapienti,colti ma vittime e carnefici di aridi
schematismi,poveri di sensibilità e pietà,amici d’occasione e non di
fatto,paiono voler spezzare,distruggere questa “scala”verso il cielo,in Giobbe
interviene una nuova forza che non può essere la Grazia di Dio,compagna sempre
e comunque dei giusti e degli innocenti.
E Giobbe,illuminato da questo
splendente pegno del primitivo Amore,in un estremo grido di rabbia e disperazione,una
voce che le umane prove e sofferenze hanno quasi
soffocato,invoca,coraggiosamente,nella sua tremenda pena,Dio stesso,a giudice e
testimone della sua condotta.
La sua solitudine d’incompreso lo
porta al di là del corpo,dei pensieri,in quella
dimensione dove solo la Vera Fede,nel crollo e nella distruzione
generale,rimane intatta e splendente.
Giobbe è paragonabile ad una figura dantesca o
michelangiolesca,corposa,statuaria,ma,interiormente eterea e luminosa,non
vincolata alla terra dalla sua forma corporea.
Così,nel momento più
drammatico,quello che ogni uomo vive,in solitudine,quando deve scegliere tra
Dio ed il mondo,può ancora confidare nel suo Creatore,avendolo trovato nel
profondo del Suo Essere.
Nella società attuale,dove ognuno di
noi,a misura della sua sensibilità interiore ed esteriore,si confronta con una
realtà che appare sempre più alienante ed ingiusta,la figura di Giobbe,i suoi
esistenziali problemi,possono stimolarci ad essere più vigili ed attenti alla
voce dell’”Uomo interiore” a rispettare e custodire il mondo naturale,libro
aperto e voce di Dio per l’umanità.
E se la nostra inquietante
condizione,i dubbi ed i “misteri” che ci tormentano ci rendono partecipi delle
sofferenze di Giobbe essi hanno in fondo una funzione purificatrice perché ci
consapevolizzano delle umane miserie,dell’antropologico e storico destino
dell’uomo,fragile canna al vento,preda degli eventi e dell’ambiente,del
luogo,del tempo e troppo spesso di se stesso,sospeso in un precario equilibrio fra parvenza ed essenza,convenzione
e ricerca della Verità.
Una attenta lettura o riflessione di
questo testo sempre vivo,palpitante,attuale,ci induce all’abbandono della
superficialità,alla ricerca del profondo,il Giusto,il Buono,il Vero e l’energia
che ,pur con dolore,si acquista ci aiuta nella contemplazione e nell’impegno
attivo e cristiano nella vita quotidiana.
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