Gli aspetti
di questa crisi inedita sono
molteplici:la concezione magica dello stato,la dilapidazione del denaro del
popolo,il liberalismo estremo mediante
la tirannia del mercato,l’evasione fiscale.,la mancanza di rispetto
della legge tanto nella sua osservanza quanto nel modo di dettarla e
applicarla,la perdita del senso del lavoro.In poche parole una corruzione
generalizzata che mina la coesione della
nazione e ci toglie prestigio davanti al mondo. Queste furono le considerazioni fatte da Papa
Francesco a proposito della terribile crisi economica che colpì l’Argentina nel
2001.Oggi a distanza di dieci anni la situazione si ripresenta in Europa in
tutta la sua gravità e con effetti devastanti e destabilizzanti anche dal punto
di vista politico e sociale.
La coscienza dei
credenti deve necessariamente interrogarsi e fare una seria autocritica per individuare cause e
responsabilità davanti a una situazione diffusa e generalizzata di ingiustizia
e povertà endemica che “grida vendetta al cospetto di Dio”!
“Dio ha voluto che
questa terra fosse possesso comune di tutti gli uomini e a tutti
offrisse i suoi prodotti; è stata l’avarizia a
spartire i diritti di possessione ( avaritia
distribuit iura possesionum )…….” S. Ambrogio
I profeti hanno il compito di ricordare che la
terra con tutti i suoi beni è concessa da
Dio agli uomini in
equa misura. Essi devono farsi difensori dei diritti dei poveri e degli
emarginati contro prepotenti ed accaparratori.
Secondo la tradizione
vetero-testamentaria “La terra è di Dio”, ciò significa che è stata
concessa a tutto il
“suo popolo”; e il popolo si identifica
proprio attraverso questa sua proprietà, per questo, una situazione diversa
deve essere considerata anomala e
quindi da modificare.
I difensori della
proprietà privata,- quella stessa di cui Marx diceva che: “l’economia parte dal fatto della
proprietà privata, ma non la spiega”14-
14 C. Marx in “Manoscritti”, 1844 Hanno dovuto fare i salti mortali per eludere
una tradizione così chiara, così costante e fedele alla Sacra Scrittura.
Comunque siano andate le cose storicamente e teologicamente, nessun artificio e
nessuna cavillosa astuzia teologica ha potuto alterare la chiarezza della
dottrina espressa dai “Padri della Chiesa”:
Sembra,
almeno per coloro che si professano credenti, che la voce di Dio si sia levata
per
bocca dei suoi profeti contro le empie sacrileghe e fratricide violenze ed
espropria-
zioni,
risuonando dura ed inesorabile:
“Guai
a voi che aggiungete casa a casa/e unite campo a campo/finché non vi resti
più spazio/e voi restiate ad abitare/nel mezzo
del paese./Ho udito con le mie orecchie
il Signore degli eserciti: di certo, tanti
palazzi diventeranno una desolazione,/grandi e
“E ora a voi, ricchi! Piangete e lamentatevi
per le sciagure che stanno per venire su di
Voi non avete pagato gli operai che mietono
nei vostri campi: questa paga rubata ora
grida al cielo, e le proteste dei vostri
contadini sono arrivate fino agli orecchi di Dio, il
Signore Onnipotente. Voi avete vissuto quaggiù
sulla terra in mezzo al lusso e ai pia-
ceri sfrenati: vi siete ingrassati come bestie
per il giorno del macello. Avete condannato
e ucciso persone innocenti che non hanno la forza di
difendersi.”16
16 Dalle Lettere degli Apostoli, Giacomo
4,5
La
proprietà privata sembra essere quindi un “furto” legalizzato,
istituzionalizzato,
canonizzato.
Oltre alla questione “de facto”, esiste la questione “de iure”: la proprietà
differenziatrice
non potrebbe e non può esistere se non mediante la violenza e la spo-
gliazione,
e quindi non si può avere una legittima proprietà differenziatrice.
Mi
pare per questo utile, a scopo esemplificativo, riportare integralmente un
brano
tratto
dalle omelie di G. Crisostomo, ricco di spunti meditativi e di significative
asserzioni:
Tu
dici: finché non si fa il male non si è cattivi anche se non si compie il bene.
è comune a tutti? Non è di Dio la terra e
quanto essa contiene? Se dunque i nostri
beni sono quelli del nostro comune Signore,
sono anche quelli dei nostri compagni
di servizio, poiché tutto ciò che è del
Signore è comune a tutti. I beni necessari ci
sono comuni; noi però non rispettiamo lo
spirito di comunione neppure in quelli
insignificanti. Ora Dio ci ha dato i primi
proprio per insegnarci ad avere in comune
gli altri, ma noi nemmeno così abbiamo capito
la lezione…
Come può essere buono chi è ricco? Non è
possibile Non è possibile; è buono solo se da agli altri Quando non ha è buono;
quando dà agli altri è buono; finché ha non può essere
15 G. Crisostomo in “ 1ª Epistula ad Timoteum”
Pensiamo
che la lettura di questi spunti meditativi possa offrire una valida occasione
di
riflessione su temi etici e religiosi di grande importanza.
L’indicazione
più immediata che possiamo globalmente trarre dall’esame critico dei
brani
riportati, potrebbe essere quella di prestare una maggiore attenzione ai
problemi
di
ordine etico e religioso per chi si professa credente.
“colpe
storiche” e molti i peccati di “omissione”, ma il peccato più grave è stato
proprio
quello
di aver sostituito ai valori biblici ed evangelici primitivi, quelli
“secolarizzati”
(
terreni e materialistici ) che spesso inconsapevolmente sono stati
interiorizzati al
punto
da renderli parte integrante del loro “agire nel mondo”. Sarebbe necessario,
quindi,
comportarsi da “vergini sagge”, vigili ed attente alla voce dello spirito ed a
quelle
dei suoi profeti di ogni tempo e luogo. Paolo VI° nella “Populorum Progressio”
citando
S. Ambrogio commenta:
““è
come dire che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizio-
nato ed assoluto. Nessuno è autorizzato a
riservare a suo uso esclusivo ciò che supe-
ra il suo bisogno quando gli altri mancano del
necessario”.18
Questo
proprio in virtù della specificità del “Dio cristiano”, che essendo “l’Eterno”,
non
ha
ancora finito di parlare all’uomo, ed essendo “l’Immenso” non ha un solo modo di
manifestarsi.
Dio, Eterno ed Immenso, non è determinato, ma sempre aperto alla
comunicazione
con l’uomo.
7 G. Crisostomo, 1ª Epistola ad Timoteum, 4 –
XII omelia.
18 Enciclica, “Populorum Progressio”, Paolo VI°
n° 23
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